Cammino Sinodale della Chiesa di Palermo. Sinodo 2021/2024
Elaborati di sintesi dei facilitatori sinodali incaricati dalla diocesi di Palermo:
Sintesi sinodale – Fase sapienziale (Adriana Todaro)
Il gruppo riunitosi ha mosso le sue riflessioni sul sottotema “Vivere e Celebrare”, relativo alla macroarea tematica “Il linguaggio e la comunicazione”, partendo dalla constatazione di quanto oggi la Liturgia abbia perso nell’essere la forma d’espressione più immediata della Chiesa. Essa infatti risulta sempre più avvertita come confinata dentro una dimensione rituale, formale, rubricalefredda, perché incapace di parlare al vissuto concreto, al cuore di chi vi partecipa. Ciò è considerato particolarmente vero se posto in relazione alla situazione comunicativa in cui vivono immersi gli uomini, le donne e soprattutto i giovani di questo nostro tempo, perché riconosciuta ben lontana da quella simbolica e rituale propria del contesto liturgico.
Per tentare di sopperire a questi aspetti dal gruppo ritenuti problematici, si è pervenuti alla conclusione di proporre -nel contesto delle comunità ecclesiali, anche sotto forma di veri e propri percorsi- l’incentivazione di celebrazioni incentrate sulla “Parola di Dio” di volta in volta riferibile ad un “tema” considerato significativo, importante per il concreto vissuto dei partecipanti. Nel medesimo contesto liturgico la Parola dovrebbe essere “confermata” da testimonianze di vita che ne rappresenterebbero il riferimento concreto, nonché“spezzata” da omelie che si auspicherebbero sempre più semplici, dirette, immediate, fruibili da tutti e puntualmente ricondotte all’esperienza del vissutoquotidiano. Relativamente a quest’ultimo aspetto, nel gruppo è fortemente emersa l’esigenza che venga attuata una riqualificazione della formazione liturgica dei ministri ordinati, così che questi possano crescere non solo in senso dottrinale ma soprattutto nella capacità di “parlare alla vita” di quanti a loro affidati nel ministero, intercettandone più facilmente inquietudini e domande di senso. Ad arricchire queste liturgie, oltre a tempi di preghiera personale, dovrebbero esserci momenti di condivisione ed ascolto reciproco, così che quanto suggerito dalla Parola alla vita di ciascuno possa essere posto in comune a beneficio di tutti. In tal modo, se da una parte si stimolerebbe la consapevolezza, oggi parzialmente smarrita, che la comunità si costruisce attorno alla Parola, alla preghiera e ai Sacramenti, dall’altra si favorirebbe nei fedeli la coscienza d’essere soggetti celebranti e dunque attivi della Liturgia e non passivi e subenti un rito vuoto. Si attuerebbe in questo modo, cioè, una vera e propria formazione liturgica del Popolo di Dio.
Una formazione così intesa, inoltre, potrebbe essere opportunamente attuata anche in relazione alle liturgie eucaristiche, in maniera tale che si partecipi ad esse in modo sempre più consapevole e pieno, non come spettatori estranei al Mistero celebrato, ma come soggetti celebranti ecostituenti un’assemblea che rende presente nel “qui ed ora” della storia il Cristo totale nell’esercizio del suo ufficio sacerdotale.
Si ritiene che tutto ciò potrebbe contribuire in modo significativo a che la Liturgia torni ad essere vissuta come la realtà che profondamente è: luogo simbolico e nel medesimo tempo storico dell’incontro con Dio; luogo dove non si parla di Dio, in cui non si pensa a Dio, ma ci si pone di fronte a Lui, presente non come oggetto di riflessione ma come soggetto interpellante, in una relazione viva e capace di trasformare la vita.
Diverrebbe spazio in cui i gesti, le parole, i movimenti, l’ascolto, le narrazioni, i silenzi “saprebbero” di vita concreta perché ad essa immediatamente riferibili. Sbiadirebbe il confine così fortemente avvertito tra Mistero celebrato e Mistero vissuto, in senso più generale tra il vivere e il celebrare.
In ultima analisi, si potrebbe contribuire a che la Liturgia, luogo storico in cui la vita concreta si conforma al Mistero di Cristo che in essa viene celebrato, ritorni ad essere pienamente quanto la Tradizione della Chiesa ci consegna:”fonte e culmine della vita cristiana”. (SacrosantumConcilium n° 10)
Sintesi sinodale – Conclusioni (Lucio Ciulla)
Macroarea Linguaggio e Comunicazione
Sottotema Comunicare in modo nuovo
Nella formulazione delle proposte si è partiti da alcune riflessioni. Due sono i punti fondamentali emersi.
1) La Chiesa è sempre stata un centro di aggregazione sociale, ha sempre avuto un rilevante ruolo formativo, è riuscita a creare spazi di relazione e confronto. Gli esempi concreti sono gli Oratori e tutte le attività socio-culturali nate dopo il Concilio Vaticano secondo. Proprio da qui si deve ripartire adeguando queste strutture che risultano per tutti ancora fondamentali ma che vanno adeguate ai tempi.
2) Siamo davanti ad un sistema comunicativo e relazionale che ha subito notevoli cambiamenti e che è in continuo divenire. Esiste un problema di comunicazione e relazione tra generazioni, anche tra quelle più prossime tra loro. Se prima si poteva rilevare una distanza tra generazioni distanti tra loro 20/30 anni (nonni-nipoti) oggi questa distanza è notevolmente ridotta e L’arco temporale si è praticamente dimezzato, tanto da evidenziare sostanziali differenza anche tra fratelli.
E’ emerso come alcune posizioni della Chiesa oggi vengono giudicate e criticate perché il messaggio che viene trasmesso non viene recepito, o meglio viene recepito in maniera distorta. E’evidente che esiste una differenza tra chi comunica e chi riceve. Questo malgrado la Chiesa abbia tentato di adeguarsi ai nuovi sistemi comunicativi di massa.
Le proposte che sono state formulate, prospettano un rinnovamento e potenziamento dei sistemi di aggregazione sociale (come ad esempio l’oratorio parrocchiale) che comunque vengono tutt’ora ritenuti validi.
Vanno semmai rivisti con un occhio più attento alle esigenze espressive dei giovani. Devono essere meno strutturati e più aperti per favorire una maggiore inclusione, devono lasciare più spazio alla creatività e alle forme espressive dei giovani. Devono certamente farli sentire a loro agio, devono saperli ascoltare, ma soprattutto devono renderli i veri protagonisti, non dei fruitori di un servizio.
Nella pratica vengono suggeriti concenti, attività teatrali, creazioni di eventi mediali attraverso i social, trovare in sintesi il modo di accoglierli e stimolarli lasciando ampio spazio alla loro creatività.
E’ fondamentale che si riesca a recuperare l’idea di Chiesa come casa di tutti. Se è vero che la liturgia è fondamentale per la crescita della comunità, e altrettanto vero che la comunità esiste se apriamo gli spazi di aggregazione e confronto, altrimenti la Chiesa sembra destinata a essere esclusivamente uno spazio dove vengono celebrati solo eventi liturgici che restano avulsi e distanti dalla realtà socio-culturale di oggi.